LA SFERA DI “CRISTALLO”

Aldridge foto di un Liverpool di altri tempi.
Confesso: Ogni volta che il calendario oppone il Liverpool al Crystal Palace, mi corre un brivido gelido lungo la schiena. Se i più giovani intingeranno la penna (d’aquila) nella memoria di un ricordo recente, quel tre a tre del tristemente famoso anno della scivolata di Gerrard, il tre a tre che spense, con la rimonta dei londinesi, capaci di risalire da tre a zero in una manciata di minuti, ogni velleità di titolo degli uomini di Brendan Rodgers, la mia memoria vola assai più indietro. Sono due medesimi ricordi che scatenano comunque terribili pensieri. Quel pomeriggio di Aprile del 1990, fu al Villa Park. Si gioco’, una affascinante, ma nel pronostico assolutamente scontata semifinale di Coppa d’Inghilterra,tra il Liverpool, quello di Barnes, Beardsley, Rush, Whelan, per intenderci, e l’arrembante, simpaticissimo Crystal Palace, arrivato a giocarsi una semifinale di F.A. Cup al cospetto dei campionissimi. Si rivelò una partita trappola, e per i tifosi del Liverpool si svelò un pomeriggio da incubo.

I tabloid dell’epoca.
Peggio, forse, tra le delusioni patite in f. a cup, solo la finale persa dai Reds contro il Wimbledon, quella del rigore di Aldridge parato da Beasant, e del gol di Sanchez. Ricordo il televisore, poggiato su un cubo coperto da una rivestitura di velluto rosso porpora, e mi ricordo ai piedi di quel cubo, le gambe ripiegate, pronto a fregarmi le mani per la prossima finale a Wembley con il Manchester United. Aspettavo un pomeriggio da Liverpool. Ne arrivò invece uno da Andy Gray ed Alan Pardew. Segnò Rush. E parve trascinarsi ogni cosa secondo copione. Ma poi, il secondo tempo esplose come un tappo di champagne su una bottiglia di annata. Successe di tutto. Il Palace pareggiò, poi andò sopra. McMahon con un destro terrificante, ci riportò in parità. Barnes realizzò un rigore immediatamente dopo, e Andy Gray fece il tre a tre, quando già “you’ll never walk alone” saliva alto a festeggiare lo scampato pericolo, volando poi a festeggiare in mezzo ai suoi tifosi, nel settore dipinto di rosso e blu, impazzito di gioia.

Alan Pardew versione player. Sigla la rete che sancisce un inaspettata eliminazione.
Fu Pardew, in mischia, alla fine a buttare fuori i Reds, segnando il gol decisivo nel primo supplementare. Roba da starci male per due mesi. Le aquile londinesi a piombare, artigli in fuori, come averle, gli uccelli del destino, sui signori d’Inghilterra. Il cristallo del Palace che domani riluce, riflettendo le speranze del Liverpool, di risalire nella lotta al, titolo. Affidate soprattutto ad un crollo al momento insospettabile del Manchester City che veleggia placido in testa alla classifica, inarrestabile. Nel cristallo di una sfera da interrogare il futuro di Klopp e dei suoi. Non è una match semplice. Si torna a Londra, e non si può non pensare a Wembley, dove i Reds andranno a disputare la coppa di lega al Chelsea. La mente all’Empire, i muscoli al Selhurst Park, a Croydon, nel nord della capitale inglese. C’è tanto ancora da vivere.
di Stefano Iaconis